• Nico Munuera “La medida de la intuición”

    Nico Munuera “La medida de la intuición”

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    Nico Munuera “La medida de la intuición”

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    Nico Munuera “La medida de la intuición”

  • Nico Munuera “La medida de la intuición”

    Nico Munuera “La medida de la intuición”

 

La misura della intuizione.

Una delle problematiche che si sono poste sulla astrazione  plastica, è stata mettere  in discussione il suo valore se non si fonda su basi razionali . Anche sulle stesse basi, nella maggior parte dei casi, non è stata fatta una profonda analisi.

In qualche modo è già un valore se il riferimento è riconoscibile. Questo riferimento può essere formale o disciplinato da qualche tipo di relazione con la scienza e la matematica. La indefinitezza e l’assenza di riferimenti non sono viste in primo luogo come un aspetto positivo, ma anzi il contrario. L’incertezza che crea la astrazione senza riferimenti è un atto che è stato legato per molto tempo in modo semplicista alla sfera delle emozioni. Queste emozioni  sono state considerate qualcosa di banale e di minor peso di ciò che è razionale. Emozioni come qualcosa di non legato dal pensiero riflessivo. Forse sta proprio qui, tra il lato razionale e quello emotivo, nel limite che unisce e diluisce,  dove si trova quello che chiamiamo intuizione.

La intuizione si basa su un tipo di pensiero non ancorato a  regole strette che permette di proseguire nella creazione di conoscenze. La intuizione ingloba il limite di ciò che conosciamo e lascia spazio a quello che non conosciamo. Contiene il germe necessario per generare conoscenza. È la fine di quello che si conosce e l’inizio di quello che si sta per percepire.  Questo riportato nella pittura, delinea una verità di interrelazioni fisiche che si scoprono malneabili allo stesso modo in cui si sviluppa la astrazione nella scrittura di un teorema matematico.

Allora quale è la possibilità di sapere tramite la geometria l’accaduto di questo atto di creazione? Come possiamo misurare certi modelli che si ripetono? Come si può ricreare una mappa che rifletta quello accaduto? Come ci può aiutare l’uso della mediazione a vedere meglio? Como possiamo solo tramite una semplice linea nel muro essere capaci di creare nuove interrelazioni tra le ombre? Come queste linee si rendono imprescindibili e partecipi de la propria ombra visto che sono state create in modo intuitivo? Come si può essere coscienti che tutto quello che vediamo è interconnesso e non possiamo essere liberi su cosa conosciamo e proviamo in un preciso istante? Come creare un linguaggio assolutamente veritiero essendo coscienti che sempre potrà esserci dell’altro perfettamente valido?

La precisione della forma di una pianta, la struttura di un  minerale o il comportamento dell’acqua nel canale di un fiume non ha origine nella matematica. Solamente li spieghiamo tramite la matematica. Anche se instaurata nella nostra società come credenza , la religione veritiera, è solo un modo di interpretare certi comportamenti con le sue leggi. Leggi e relazioni create per il funzionamento del suo sistema. Questo significa che ci possono essere altri sistemi perfettamente validi per capire quello che accade attorno a noi. È un sistema, una convinzione creata dall’uomo e per l’uomo che indubbiamente ci fa comodo e ci aiuta a percepite ciò che ci circonda.

Allo stesso modo,  anche se può sembrare così, la matematica ( materie matematiche e scientifiche) non è il fondamento dell’ opera murale che presentiamo in questa esposizione. La pittura  ci fa provare e riflettere tramite la intuizione e le nostre capacità di percezione.

I segni di graffiti,  inquadrature, misure o annotazioni invitano a far passeggiare la vista per punti concreti che attirano la nostra attenzione. È un momento di localizzazione del quadro  durante il quale si creano piccoli target intermedi. È un esercizio simile a quello dell’avventuriero nelle terre sconosciute,  incontaminate, vergini.  Mentre cammina l’esploratore disegna una mappa su un quaderno, collegando i punti di interesse significativi che possano servigli per orientarsi. Una possibile mappatura di ciò osservato.

Misure che si tracciano sopra la parete, sopra il proprio terreno percorso.  Risultati che si susseguono e sono determinati dal mio modo di osservare. Queste tracce si creano durante il processo di osservazione e si relazionano tra esse tramite la intuizione. In questo modo la misurazione di quello successo sulla tela si trasforma in un atto pittoresco e si integra con i quadri. Il processo per creare questi segni e misurazioni concrete è lo stesso usato al momento di pitturare.  Tutto si basa sulla intuizione e la osservazione che è spostata, invece che in corso come accade quando si pittura, in linea di graffiti e numeri scritti sulla parete. È un modo di misurare sia la intuizione di ciò accaduto nel momento della pittura, sia una riflessione sulla propria intuizione. Intuizione che accade anche nello scegliere i determinati distretti, settori e osservazioni che appaiono sul muro.

Tutto potrebbe leggersi come un gioco nel quale la chiave è il riconoscimento intuitivo. Intuizione, non caso.  Nel caso non si è a conoscenza di ciò che succederà. La intuizione, molto legata alla idea di della improvvisazione, è un pensiero che delinea  gli avvenimenti  della scena immediatamente successiva al momento.

Forse questo modo di attuare e di pensare estremamente rapido a volte, possiamo paragonarlo alla musica jazz. Nella pittura come nel jazz molte volte da’ la sensazione di pensare direttamente con le mani. Una specie di improvvisazione o caso fallito. Lo stesso Luke Ellington commenta:” improvvisazione? Chiunque suoni qualcosa che valga la pena di essere ascoltato  sa cosa sta suonando, indipendentemente che lo abbia preparato con un giorno o un periodo di anticipo deve farlo con intenzione.”

Il problema di tutto questo è valorizzare la verità che definisce la intuizione. Posizionare la creazione artistica e soprattutto la pittura come creatori di conoscenze.  È certo che la scienza e la matematica gran parte delle volte sono applicabili ai mezzi di produzione che consideriamo importanti secondo il nostro modo di vivere. La matematica è un sistema che funziona e ne approfittiamo , però è anche certo che molte ricerche sono astratte. E anche se non le capiamo non dobbiamo dubitare della loro veridicità. Allo stesso modo le conoscenze create dalla pittura e dalle relazioni che si formano possono essere ugualmente veritiere anche se non si possono dimostrare tramite mezzi scientifici. Quello che è assolutamente sicuro è che a pittura costituisce un mezzo creatore di conoscenze allo stesso modo che sia un approccio di un teorema o la formulazione di un ipotesi. Io direi che ancor più certo visto che la pittura è qui, è un fatto fisico per se.

Da altro conto lo status di verità della scienza, radicato nella nostra educazione, mi serve come mezzo per condurre lo spettatore nella lettura e osservazione della pittura. La mediazione di determinate distanze, punti di attenzioni che appaiono oltre le ombre, figure numeriche e livelli che si relazionano ci avvicinano alla idea di precisione. Precisione che ci sposta immediatamente nel campo di analisi razionale per mezzo della geometria e di conseguenza a una idea di veridicità davanti a quello che stiamo vedendo.

Nella serie Frame dove aumenta questo fascino della percezione grazie alla suddivisione creata per la quadrellatura. Con l’aiuto di questa linea l’ombra si converte in una mappatura del territorio che occupa la propria pittura. Queste divisioni sono un  modo di cronometrare quello che succede sulla tela. Sono sequenze che trascrivono l’accaduto in determinati spazi temporali che si comportano come mappe. Sezioni e delimitazioni del proprio spazio che invade la superfice della pittura. In questo modo si trasforma in una rappresentazione di quello che loro stessa sono. Sono un piano, una mappatura inseparabile dalla sua esistenza.  L’atlante come rappresentazione e idea di verità di un posto diverso da quello che vediamo disegnato non ha spazio. La mappa contiene esattamente tutto il territorio. Il territorio è la pittura.