ALESSANDRO GIOIELLO – KALLISTON

  • Kálliston

    Kálliston

  • Kálliston

    Kálliston

  • Kálliston

    Kálliston

  • Kálliston

    Kálliston

Maurizio Caldirola Arte Contemporanea è lieta di presentare Kálliston, eternamente bello, la mostra personale di Alessandro Gioiello.

L’artista piemontese in questa mostra presenta la sua tecnica più recente, quella del collage che come un visionario ingoia e risputa delimitando e creando paesaggi e volti irreali di estrema suggestione.
Ancora una volta la galleria si cimenta con il concetto delicato di trasmigrazione tra figurativo ed astrazione, spesso generato inconsciamente dalla mente e l’istinto dell’artista.
Scrive Leda Lunghi nel testo critico che accompagna la mostra: “In una sua famosa poesia Saffo utilizza dolcemente il termine Kálliston per definire il bello, concetto fondamentale nella poetica di Alessandro Gioiello il quale dona vita alle sue opere intrecciando immagini moderne quali Ritratto di giovane con lucerna di Lorenzo Lotto con il paesaggio di Johann Christoph Dietzsch, La Velata di Raffaello Sanzio con Prima neve di D.C.Friedrich, oppure Ritratto di Juan de Pareja di Velázquez con Veduta delle cascate a Tivoli di J.J.Xavier Bidauld; questa è l’arte di Alessandro Gioiello un’arte onirica e visionaria che rimane eterna nella sua più attuale espressione di contemporaneità quale il collage.
Queste opere create da giochi labirintici, frammentata delicatezza, chimerica complessità, ci introducono in un’idea di paesaggio illusorio, da cui nasce la rappresentazione di spazialità, la riformulazione di una dialettica variegata e caleidoscopica dell’opera, che attraversa il concetto non solo di estetica ma anche di eternità, descrivendo la lievità della poesia e la creatività di una trama carpita durante uno sfuggevole sguardo.

Alessandro Gioiello illustra paesaggi che racchiudono l’identità di una poetica innata, la cui essenza e il cui unico scopo è quello di condurci a riflettere sulla contemporaneità nell’arte, sulla sua esistenza, sull’identità di Mnemosýne, musa della memoria e sul suo collegamento con l’ispirazione rifacendoci alle idee sensibili di Merleau-Ponty.

Intuizioni che ritroviamo negli scenari ideati dall’artista, che ci conduce in quella dimensione di infinito e di sublime da cui egli stesso e soprattutto la sua arte non può trascendere.
Gioiello ci presenta una poetica archetipo di un dialogo nel quale il tempo, reale filo conduttore, porta la nostra mente a perdersi tra i sentieri ingannevoli in cui la sua presenza riecheggia in quell’annullamento temporale tra essere ed essenza, tramite cui l’artista afferma l’eternità dell’opera, quell’eternità detentrice della sua arte attraverso la quale egli cerca di disorientarci.”

Testo critico a cura di Leda Lunghi

Maurizio Caldirola Arte Contemporanea is pleased to present Kálliston, eternamente bello, a solo show by Alessandro Gioiello.

In the show this artist from Piedmont presents his most recent technique: a use of collage that, like a visionary, swallows and spits back, delimits and creates unreal landscapes and faces of great eloquence. Once again the gallery is dealing with the delicate concept of transmigration between figuration and abstraction, which is often unconsciously generated by the mind and instincts of the artist. In her critical essay for the show, Leda Lunghi has written: “In a famous poem, Sappho makes sweet use of the term Kálliston in order to define beauty, a fundamental concept in the poetics of Alessandro Gioiello who gives life to his works by interweaving such modern images as Lorenzo Lotto’s Ritratto di giovane con lucerna with the landscape by Johann Christoph Dietzsch, La Velata by Raphael with First Snow by D.C. Friedrich, or Velazquez’s Portrait of Juan de Pareja with View of the Waterfalls at Tivoli by J.J. Xavier Bidauld. This is the art of Alessandro Gioiello, a visionary and dreamlike art that remains eternal in its most up-to-date expression of contemporaneity, that of collage.

These works, created from labyrinthine games, fragmented delicacy, chimerical complexity, lead us to an idea of illusory landscape which gives rise to a representation of spatiality, the reformulation of a varied and kaleidoscopic dialectic which traverses the concept, not only of aesthetics, but also of eternity, describing it with the lightness of poetry and the creativity of a story figured out after just a brief glance. Alessandro Gioiello illustrates landscapes that encapsulate innate poetics, the essence and only aim of which is to lead us to think about contemporaneity in art, its existence, the identity of Mnemosýne the muse of memory, and about its link to inspiration by referring us to Merleau-Ponty’s considerable ideas. Intuitions that we rediscover in the scenarios devised by the artist who leads us towards that aspect of the infinite and the sublime that he, and above all his art, cannot go beyond.Gioiello presents us with an archetypical poetics of a dialogue in which time, his real leitmotif, leads our mind to lose itself among the deceptive paths along which his presence echoes in the temporal annulment between existence and essence, and by which the artist affirms the eternity of the work, that eternity possessed by his art and through which he attempts to disorientate us.”

Critical essay by Leda Lunghi