Yoko Ono
Yoko Ono nasce a Tokyo nel 1933 da una famiglia di aristocratici giapponesi. Nel 1945 gli aerei americani bombardarono Tokyo, obbligando Ono e la sua famiglia a fuggire in campagna. L'anno successivo la sua scuola riaprì e continuò gli studi, laureandosi nel 1951. Fu la prima donna ad essere ammessa al programma di filosofia alla Gakushuin University. Tuttavia, dopo due semestri se ne andò per raggiungere la sua famiglia, che si era trasferita a Scarsdale, New York, dove frequentò il Sarah Lawrence College. Nel 1956, Ono lasciò il college per fuggire con il compositore giapponese Toshi Ichiyanagi che studiava alla New School for Social Research. Fu grazie a lui che Ono incontrò per la prima volta John Cage, entrando in contatto con il movimento Fluxus, un collettivo internazionale di artisti che rifiutava le convenzioni tradizionali dell'arte e mirava a coinvolgere il pubblico in esperienze artistiche che fossero interattive, quotidiane e destabilizzanti.
La sua celebre performance Cut Piece (1964), in cui invitava il pubblico a tagliare il suo abito con delle forbici, è uno degli esempi più iconici della sua pratica artistica. Questa performance metteva in discussione la relazione tra artista e spettatore, ma anche le dinamiche di potere e vulnerabilità, sfidando le convenzioni del corpo femminile e dell'arte come dominio esclusivo dell'artista.
Nel 1969, Yoko Ono divenne famosa a livello mondiale grazie al suo matrimonio con John Lennon, membro dei Beatles. La coppia si impegnò in attività di attivismo sociale e politico, promuovendo la pace mondiale attraverso azioni simboliche come il "Bed-In for Peace" a Montreal e Amsterdam, dove restarono a letto per protestare contro la guerra del Vietnam. Questo impegno si riflette anche nelle sue opere artistiche, che hanno spesso trattato temi come la pace, la libertà e l'amore.
Nei decenni successivi all'omicidio di Lennon, avvenuto nel 1980 per mano di un fan delirante, Ono (come autrice, regista e musicista, oltre che come artista visiva) ha goduto di una rinnovata ammirazione nel mondo dell'arte e non solo. Il primo significativo revival di Ono si è verificato nel 2000 con “YES”, una mostra alla Japan Society di New York che successivamente ha viaggiato al Walker Art Center di Minneapolis e al San Francisco Museum of Modern Art, tra le altre sedi. Nel 2015 il MoMA ha presentato una rassegna del lavoro della Ono tra il 1960 e il suo debutto “non ufficiale” al MoMA nel 1971: una mostra personale non autorizzata in cui liberò centinaia di mosche imbevute di profumo all'interno del museo, invitando i visitatori a seguirle.
Nel corso della sua carriera, Yoko Ono ha partecipato a numerose mostre personali e collettive, diventando una figura centrale nell'arte contemporanea:
"Yoko Ono: A Retrospective" (1998-1999): Una mostra itinerante che ha attraversato il Museum of Modern Art di San Francisco, il Kunsthalle di Vienna e il Whitney Museum of American Art di New York, tra gli altri. La retrospettiva ha esplorato l'intero arco della sua carriera, mettendo in luce le sue opere più iconiche e le sue innovazioni artistiche.
Biennale di Venezia (2007): dove ha presentato una serie di opere che trattavano temi di pace, speranza e unione umana
"Yoko Ono: One Woman Show, 1960-1971" (2015): Una retrospettiva presso il Museum of Modern Art di New York che ha esaminato la sua produzione artistica nei primi anni della sua carriera.
"Yoko Ono: The Riverbed" (2016): Presso il Contemporary Art Center di Cincinnati, dove le opere di Ono hanno creato un dialogo tra il corpo umano e l'ambiente naturale, riflettendo il suo continuo interesse per la fluidità e la trasformazione.
Yoko Ono: Fluxus and After (2020): Una mostra presso la Tate Modern di Londra che ha esplorato l'influenza di Ono nel movimento Fluxus e il suo impatto sulle generazioni successive di artisti.