Yoko Ono

HEAL
12 dicembre
a cura di Davide Di Maggio 

Maurizio Caldirola Arte Contemporanea è lieta di annunciare l’apertura della mostra personale Yoko Ono - HEAL, che inaugurerà il 12 dicembre 2024. L'esposizione sarà dedicata a un tema di grande rilevanza e urgenza: la denuncia dell'inutilità della guerra in tutte le sue forme e sfaccettature.
Yoko Ono (Tokyo 1933), una delle figure più influenti e visionarie dell'arte contemporanea, continua a portare avanti la sua incessante ricerca di pace, giustizia e riflessione attraverso linguaggi che spaziano dalla performance alla scultura, dalla musica alla videoarte. La mostra, che comprende una selezione di opere simbolicamente potenti, si propone di stimolare una riflessione profonda sui conflitti globali, sul dolore e sulla speranza, mettendo in luce la disumanità della violenza e le cicatrici che la guerra lascia nelle persone e nelle società. Una sorta di dialogo potente tra l'arte e la storia contro la violenza e un invito alla speranza di un mondo migliore.
Tra le opere esposte, vengono presentate una selezione di lavori eseguiti a cavallo tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio degli anni ‘70, tra cui installazioni che invitano il pubblico a riflettere su temi quali la solidarietà, il dialogo e l'importanza di ogni singola voce nel contrastare l'odio. L'artista, da sempre impegnata nel promuovere la pace attraverso il suo impegno artistico, vuole con questa mostra far emergere l'urgenza di un cambiamento culturale, in cui la guerra non trova più spazio.

L’opera Helmets. Pieces of Sky (2001-2012) di Yoko Ono presenta elmetti della Wehrmacht rovesciati, contenenti pezzi di puzzle che simboleggiano un cielo infranto e le emozioni dei soldati. Lo spettatore è invitato a interagire con i puzzle, promuovendo empatia e responsabilità etica verso la pace. L’opera richiama i temi della connessione umana e della speranza, già esplorati nelle creazioni degli anni ‘60 dell’artista.

L’opera We Are All Water (2006-oggi) è composta da bottiglie riempite di acqua e personalizzate nel corso degli anni dai singoli partecipanti alla mostra “performance” che l’artista ha ideato per la prima volta nel 1967 per la mostra Half-A-Wind Show alla galleria Lisson di Londra. L’acqua come metafora della condizione umana, una riflessione su uguaglianza e diversità. Noi siamo come l’acqua nelle bottigliette: pur contenuti in recipienti differenti, alla base condividiamo la stessa essenza.

L’artista, da sempre impegnata nel promuovere la pace attraverso il suo impegno artistico, vuole con questa mostra far emergere l’urgenza di un cambiamento culturale, in cui la guerra non trova più spazio.

La mostra è aperta su appuntamento, clicca qui per contattarci.